giovedì 22 novembre 2007

Amsterdam


Sognavo da anni di andare ad Amsterdam e finalmente ho il biglietto in mano, non mi sembra vero e non sto più nella pelle tanto ci abbiamo messo per organizzare sto viaggio... Finalmente il gran giorno è arrivato, pronti tutti e tre in macchina destinazione aeroporto e già in questo ambiente dove tutti corrono e si sbrigano, valige che passano e famiglie che tornano, caos e caos tutto intorno, era suonato il primo campanello dall'allarme ma non me ne sono accorto tanto ero impaziente di salire su quel fottutissimo aereo. Cmq dopo aver passato bei 10 minuti a fare la fila davanti ad un check-in chiuso ci siamo resi conto che forse non era proprio quello ed andando a vedere sul tabellone ci siamo poi spostati verso quello giusto...
Finalmente si decolla, fortunatamente il viaggio non è lungo, il tempo di scambiare due parole e si sta già atterrando. Come ho sentito le ruote che toccavano terra ho pensato "sono nella terra della legalità". Solita routine dell'aeroporto, prendiamo il treno e ci dirigiamo verso la città con già una luce diversa negli occhi, con odori diversi nell'aria, con uno sguardo incuriosito verso un altro modo di vivere.
Abbiamo trovato l'albergo ed abbiamo posato subito le valige, nemmeno il tempo di darci una sciacquata e di corsa dentro un coffee shop...
Ahhhhhhhhhh che rilassamento, ci voleva proprio staccare quattro giorni dal solito lavoro e trovarti in un posto dove "lo puoi fare".
Torniamo a noi visto che la legalizzazione ad Amsterdam non è l'argomento di questo post, dicevo: ...fin qui tutto bene, il primo giorno è passato abbastanza tranquillo anche se tornati in albergo c'è stato subito un piccolo scambio di opinioni su che avrebbe dormito sul letto più grande, ma già dal secondo giorno siamo incappati in seri problemi di comunicazione soprattutto tra di noi. C'era chi ingiustamente si sentiva il terzo incomodo, c'era chi era incazzato da simili comportamenti e c'ero io che mi sono lasciato trascinare in questo vortice senza riuscire a reagire. Ammetto (ovviamente) la mia parte di colpa ma purtroppo non sono uno di quelli che trascina la gente anzi sono io che devo essere trascinato, lo so non piace neanche a me questo tipo di carattere solo che a volte basta una cosa sola a sgretolare tutti i miei sforzi per cercare di essere all'altezza delle situazioni.
Ma il viaggio è stato anche altro, abbiamo girato come bravi turisti facendo le nostre foto, ovviamente non poteva mancare la visita alla casa di Anna Frank e devo dire che mi ha colpito molto entrare così di botto in quella vita che doveva essere stata un inferno. Nella casa anche a distanza di anni si respira ancora quell'aria di terrore che dovevano aver vissuto a quel tempo, le scale impossibili da percorrere, stanze minuscole, sembrava veramente di essere tornati al tempo della guerra e sentire le SS fuori dalla porta. Non so se per tutti è stato così, magari qualcuno l'ha visitata solo per raccontarlo agli amici, ma per me è stato diverso, mi immaginavo questa ragazza che saliva queste scale tutti i giorni e tutti i giorni viveva con il terrore di morire... solo a pensarci mi dà i brividi.
Vabbè forse mi sono dilungato anche troppo su questo viaggio, ma ho raccontato solo le cose che più mi hanno colpito.
Ah dimenticavo una cosa che è successa l'ultimo giorno del nostro soggiorno, girando per le strade in attesa di andare all'aeroporto ci siamo imbattuti in un incendio scoppiato in un appartamento ed i vigili del fuoco intenti a spegnerlo.

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