venerdì 28 marzo 2008

Ho la febbre...

Due giorni di febbre, che palle.... Era un po' che non mi capitava di restare due giorni a casa malato e devo dire che mi sono abbastanza rotto i coglioni di starmene rinchiuso qua dentro a dare le capocciate al muro, non solo per il fatto che in teoria uno non potrebbe uscire, ma soprattutto per questo mal di testa che non riesce a passare. Mi sta mandando ai matti, non riesco nemmeno ad alzarmi dal divano che mi comincia a girare e pulzare la testa, figuriamoci poi ad uscire di casa...
Ho sempre sperato che mi venisse l'influenza, più che altro per non andare a lavorare, ma avrei desiderato una cosa un po'... come dire... soft, invece me l'ha proprio messo "in der posto", ho passato due giorni d'inferno.
La febbre ancora rimane ma il mal di testa sembra stia passando, non vorrei parlare troppo presto ma forse ce la sto facendo calcolando che non faccio uso di medicine per principio (almeno per queste piccole cose) essendo convinto che le malattie devono fare il loro corso senza interferenze dall'esterno.
Oggi devo dire che mi sento un po' meglio, ma dovrei stare riguardato almeno fino a domani quindi anche sta sera si sta a casa con la mia bella copertina per non prendere freddo e speriamo che in tv facciano qualcosa di interessante, fortunatamente non è l'unica cosa che posso fare è solo la meno impegnativa considerando che la testa ancora non si è ripresa completamente. Non mi fa bene nemmeno stare qui davanti a postare, la luce del monitor mi rimpalla più del solito e gli occhi sono lucidi perché mi sta dando fastidio.
In questo istante mi sto misurando la febbre per vedere se magari un po' è scesa, quindi tra qualche istante l'aggiornamento in tempo reale... è ora di togliersi il termometro... incrociamo le dita... merda 37 paro paro... e niente speravo che fosse passata del tutto ma ancora persiste anche se in forma leggera.

mercoledì 26 marzo 2008

Dalla mia mente (part.1)

Finalmente solo. Dalla finestra riesce a vedere i colori di un tramonto che suppone essere una meraviglia, ma la sua vista si ferma sui muri dei palazzi dipinti ora di rosso ed arancio, di solito sono di un grigio noioso ed inutile. Le macchine invece fanno il solito infernale casino, code, clacson, discussioni tra finestrini, mandarsi affanculo a gesti, la nevrosi regna sovrana non gli rimane che chiudere la finestra e cercare di non farsi catturare da questa pazzia generale che ultimamente sembra non poter più tornare indietro.
Gli dispiace isolarsi così dal mondo ma non è affatto quello che pensava, oggi come oggi l’unica cosa che puoi fare senza essere preso di mira è scrivere qualcosa sul tuo computer ed assicurarti che non la legga mai nessuno.
Avrebbe voluto tenere la finestra aperta per far entrare un po’ d’aria fresca di questa primavera in ritardo ma è impossibile sopportare tanto rumore, non riesce nemmeno a sentire la musica; così non gli rimane che chiuderla questa maledetta finestra e cercare di concentrarsi su quello che deve fare, anche se ancora bene non lo sa…. dovrebbe finire il libro iniziato qualche secolo fa o magari mettersi a scrivere qualcosa oppure andare a trovare qualcuno per fare due chiacchiere, intanto va al frigo a prendere una birra poi si mette davanti al pc aspettando che l’ispirazione arrivi. Guardando il foglio bianco pensava che forse non era il mestiere per lui, quello dello scrittore, e che avrebbe fatto meglio a cercarsi un lavoro normale invece di girare sempre per case editrici ed editori vari, la fortuna non era mai stata dalla sua parte ed anche questa volta non si era fatta sfuggire l’occasione per ricordarglielo. Iniziò a pigiare sui tasti parole che sembravano non avere nessun significato e senso, poi piano piano prese vita una poesia e gli sembrava anche decente paragonata a tante altre che ne aveva scritte, ma nel pieno della creatività suonò il citofono… ‘merda!’, pensò.
“Chi è?”
è lei il signor Valerio Genesio?”
“Si, e lei chi è?”
“Polizia, avremmo bisogno di farle qualche domanda sull’omicidio che si è svolto ieri nel suo palazzo… può aprire il portone?”
“OMICIDIO…NEL PALAZZO…?! Io non so niente”
“Avremmo bisogno solo di farle qualche domanda, non c’è da preoccuparsi vogliamo solo trovare il colpevole”
“Ok, secondo piano” e mentre salivano pensava ‘e ti pareva che dovevo andarci di mezzo io, con tanta gente che abita qui proprio a me devono venire a rompere i ciglioni…’
Aprirono il portone di quel palazzo fatiscente, la puzza che si diffondeva per tutte le scale fece salire i due poliziotti praticamente in apnea. Lo schifo era ovunque e la costruzione sembrava dover cadere da un momento all’altro, il pavimento praticamente inesistente rivelava una concentrazione di scarafaggi da far invida ad un documentario del National Geographic, si sentiva anche lo squittire dei topi che sicuramente abitavano la cantina e di tanto in tanto salivano ai piani alti per cercare da mangiare. I poliziotti si guardavano come per dire ‘che posto di merda…’ e continuarono l’ascesa fino al secondo piano dove la porta di Valerio era socchiusa.
Appena dentro uno dei due poliziotti cominciò a guardarsi intorno, ad aprire cassetti e sportelli, a cercare carte della posta e la pubblicità, l’altro faceva domande del tipo “Dove era ieri sera alle 22.30?” oppure “Non ha sentito niente di sospetto questa notte?”, mentre Valerio nemmeno sapeva che avevano ucciso qualcuno la sera prima. Le due guardie rimasero nella casa per circa un’ora, poi come erano arrivate sparirono.

Pensò ‘mi hanno solo fatto perdere tempo e poi gli sta bene alla signora Carlini se l’hanno ammazzata era una tirchiaccia bastarda piena di soldi e viveva in questa merda solo per poi dare tutto alla chiesa… spero che non abbia fatto in tempo a fare testamento…’ e con questo pensiero nella testa uscì di casa.

domenica 25 novembre 2007

La brava gente


L'ultima sui download, siamo in Francia ed è uscito un decreto legge sulla pirateria informatica ovvero se scarichi mp3, video, film e tutto il resto ti staccano l'abbonamento ad internet. Questa è la geniale trovata del presidente francese per combattere chi scarica musica o altro.
Il bello è che oltre a case discografiche, produzioni cinematografiche ecc la legge è stata firmata anche da alcuni provider internet che si sono sempre detti contrari a fare i poliziotti. Invece questa volta si sono schierati dalla parte del governo ed hanno dichiarato che se trovano persone che frequentemente scaricano dalla rete, mandano l'indirizzo email a chi di dovere in modo che possano prendere provvedimenti.
Questi provvedimenti consistono in un'email di avvertimento dove dichiarano che la maggior parte delle persone smettono di scricare dopo il primo messaggio inviato, nel caso contrario l'email diventano più frequenti, dopo di che si passa all'annullamento dell'abbonamento.

Fortunatamente questo decreto entrerà in vigore nel 2009 anche se credo che non sia il metodo più giusto per fermare questo tipo di illegalità.

Le pulizie di casa

In questa domenica di pioggia l'unica cosa che mi rimane da fare è pulire casa, non è che mi vada particolarmente ma 1-lo devo fare e 2-almeno colgo l'occasione visto che durante la settimana non se ne parla neanche. Casa fa veramente schifo, piatti sporchi sul lavandino di una cena fatta giovedì scorso ed ancora sono lì, aspettavo che si pulissero da soli ma non ci pensano proprio, il pavimento è lercio ed il bagno idem.
Ad essere sinceri volevo pulire ieri ma avendo anche domenica a disposizione mi sono detto "perché farlo oggi quando lo posso fare domani!?" solo che poi domani è arrivato e l'ho dovuto fare per forza... Questo è un mio difetto, rimando sempre il più possibile, a volte anche oltre il possibile rischiando poi di essere veramente troppo in ritardo.
Dunque la giornata è cominciata all'insegna della pulizia, mi sono svegliato con calma, sono andato a prendere un caffè per cercare di entrare in sintonia con il mondo, visto che appena sveglio sono veramente intrattabile, sono rimasto un po' fuori a fumarmi una sigaretta ed a guardare il mare sovrastato da un cielo nuvoloso da far paura ed ho anche pensato che forse sarebbe venuta giù tanta di quell'acqua che sarebbe diventato un problema anche tornare a casa. Così animato da questo tempo di merda mi sono detto che oggi era proprio la giornata ideale. Come tutte le volte che devo pulire casa non so mai da che parte cominciare tanto fa schifo quindi la cosa più logica che mi è venuta in mente è stata cominciare dai piatti visto che poi avrei dovuto lavare per terra, mi sono rimboccato le maniche ed ho cominciato a strofinare quel lerciume secco di qualche giorno. L'acqua nel lavandino diventava sempre più sporca e unta tanto che alla fine mi faceva impressione metterci le mani dentro, volevo levare quello quello schifo e mettere acqua pulita ma siccome avevo quasi finito non la volevo sprecare visto che la dovevo poi usare per il risciacquo. Così mi sono fatto coraggio ed ho lavato gli ultimi piatti in un liquido giallino, poi finalmente ho levato quella merda ed ho cominciato a risciacquare. I piatti sono andati anche abbastanza bene ma sapevo che il peggio doveva ancora arrivare, infatti non sono un casalingo modello e la pulizia è pressoché arrangiata. Scopa in mano mi sono lanciato all'inseguimento di molliche di pane, capelli sparsi ovunque e tanta altra mondezza che non sto qui a descrivere, ma come al solito ho dovuto fare un paio di passate perché le pulizie non sono proprio il mio forte (o forse dovrei comprarmi una scopa elettrica).
Ok casa spazzata ora non rimane che lavare per terra, secchio, scopettone e straccio e si dà il via alle danze. Comincio dal salone per poi passare al bagno ed in fine alla camera da letto, lavare per terra non è una cosa che odio come lavare i piatti o spazzare, infatti mi dà soddisfazione vedere il pavimento che torna più o meno quello che era e la cosa che più mi piace è sentire quell'odore di pulito per tutta casa.
Non è che abbia faticato particolarmente visto che non abito in una reggia, quindi non ci ho messo neanche molto a fare tutte queste pulizie tenedo presente che ho alleviato il mio dolore con della buona musica di sottofondo, ma credo di aver imparato una cosa... visto i risultati credo che la prossima volta la casa me la faccio pulire da qualcuno che lo fa per mestiere...

venerdì 23 novembre 2007

L'ho preso

Cazzo l'ho preso finalmente, era un po' che volevo fotografare un fulmine ed ultimamente ne avevo visti, ma non ero mai riuscito a fotografarli. Ci avevo provato in tutte le maniere, uscendo nei giorni di pioggia, con il freddo, con il caldo e nonostante tutto mi sono sempre bagnato e mi sono sempre sfuggiti. Questo è un colpo di fortuna e lo dico io che con la fortuna non ho mai avuto un bel rapporto, credo. Penso non sarà il fulmine della mia vita, questo scatto non sarà premiato al festival della fotografia, ma io sono riuscito a cogliere quell'attimo di un fulmine, quello scintillio di energia pura che si sprigiona in una scarica elettrica attraverso lo spazio infinito, la sensazione di aver fermato il tempo. Misreiaccia ladra non riesco a non guardare questo fulmine che si dirama nel cielo, spandendo i suoi tentacoli come se volesse farci capire che noi non siamo niente e che potrebbe, con un attimo, portarci via, se solo lo volesse. Sembra quasi uno scherzo che mi senta tanto soddisfatto di una foto neanche bella, ma cercate di capire la mia soddisfazione nel vedere il mio primo lampo nell'obbiettivo. Sono sempre stato affascinato da questi fenomeni naturali così potenti da non poter essere contrastati, il fulmine è una scarica elettrica fino anche a 200 kiloampere, mica un giochetto. Cmq rimane la soddisfazione di averlo preso, ma giuro che non sarà l'ultimo...


Quesro è un altro fulmine che ho fotografato troppo lonatano per poterlo veder bene, mi dispiace di non aver approfittato di questo momento per immortalare magari un'altra scena della potenza della natura. Mi ero messo dalla parte sbagliata, credevo che i fulmini venissero da mare, invece mi sbagliavo... ne varrà da lezione per la prossima volta.
Buona fotografia a tutti

giovedì 22 novembre 2007

Viaggio a Capo Verde

Capo Verde, isole di mille emozioni e ricordi, lascia un segno nel cuore, lascia un segno in alcuni.
Siamo scesi dall’aereo verso le tre di notte e già un vento caldo ha percorso i nostri corpi ancora vestiti di panni semi-invernali, la mia stanchezza ha lasciato il posto ad un’incredula sensazione di spavento per quella terra così lontana dalla mia visione di mondo. La prima cosa che ho notato è stata la completa assenza di persone che di solito si affollano dentro un aeroporto, la completa mancanza di rumori riconducibili ad una vita fatta di movimenti e gesti, di carrelli di valige e famiglie che litigano, di code infinite di macchine fuori l’aeroporto. Cerco di non farmi sopraffare da pensieri che non si legano con le nostre esigenze, almeno di quel momento, dove dovevamo raccogliere le ultime energie per caricare le macchine e dirigerci verso casa. Salgo sul pick-up e subito uno strano odore invade tutti i miei organi, non era né profumo né puzza era qualcosa di totalmente diverso dagli odori che sono abituato a sentire di solito, era odore di Capo Verde. La distanza che ricopre l’aeroporto dalla casa non era molta ma il panorama che mi si presentava davanti era completamente buio, non si vedeva una luce e quasi nemmeno la strada, era deserto. Era ancora una volta una visione completamente nuova della vita. È strano come siamo completamente immersi nelle nostre vite frenetiche da non accorgerci che esiste anche qualcosa di diverso e come non percepiamo queste sensazioni, così si arriva in un posto completamente nuovo e si rimane stupefatti anche da una formica sul muro.
Arriviamo alle nostre case ancora totalmente immersi nella notte, ma già si percepisce la sabbia sotto i nostri piedi ed ancora sensazioni di non-controllo della situazione ed attimi di panico dentro il cervello. Ormai la stanchezza si fa sentire sul serio, non ci rimane che andare a dormire e finalmente cominciare questa vacanza.
La mattina ci svegliamo sul tardi, apro la porta e mi immergo in quel mondo che ancora non avevo visto di giorno; quello che mi si presenta davanti agli occhi è un’immensa distesa di dune bianche, un’isola che compare all’orizzonte e poi lo sguardo si perde verso il niente. Respiro l’aria calda di una mattina d’inverno, non riesco a credere di stare così lontano dalla civiltà e da qualsiasi forma di pensiero dettato da regole ben precise e non scritte, mi sento forse libero nel vedere le dune del deserto e sentire il rumore delle onde dell’oceano. Un sole alto scalda quella terra dimenticata da dio, faccio due passi in direzione del deserto, mi levo le ciabatte e con i piedi nudi cammino su quella sabbia così bianca che il riflesso fa chiudere gli occhi, in un momento mi sembra di vivere un’altra vita, forse anche di un’altra persona, non riesco a credere di essere lì, io, a Capo Verde, a gennaio, ci voleva.
Finalmente l’oceano, bello, troppo azzurro per essere vero, immenso. La spiaggia è enorme, infinita, leggermente intaccata da orme di piedi, fortunatamente la gente non è molta, almeno nel posto dove mi trovo io, sento un odore diverso, non è mare è oceano, così preciso e regolare quasi da non credere che sia vero, una massa d’acqua che si sposta in onde perfette verso riva. Sento una fitta al petto, mi giro intorno con lo sguardo e non c’è altro che deserto e mare, gente del posto che pesca o che pulisce le conchiglie, mi sento così piccolo in quella specie di parco giochi immenso che non riesco a credere che sia tutto rose e fiori.
Infatti non sono tutte rose e fiori, conoscendo meglio le persone che abitano lì capisco perché vorrebbero tutti andarsene da quel paradiso per turisti; la povertà è una presenza costante nella loro vita, vivono di turisti che gli fanno fare le cose al posto loro, come d’altronde è capitato a me. Un giorno siamo andati a comprare il pesce al pontile ed un ragazzo si è avvicinato e ci ha chiesto se ci serviva una mano, gli abbiamo risposto che volevamo comprare del pesce e lui è andato dai pescatori che rientravano con le barche, ha spinto e si è intrufolato per cercare di prendere il pesce migliore, ce l’ha pulito (ovviamente tenendosi le teste perché loro mangiano quelle) e ce l’ha portato, tutto questo per due euro.
La cosa stupefacente è che comunque vivendo in una miseria nera hanno sempre il sorriso stampato sulla faccia, non ce ne è uno che lo trovi un po’ imbronciato, tutti sono cordiali e socievoli, un po’ per approfittare del turista un po’ perché è proprio la loro natura. Un’altra caratteristica del loro modo di vivere è la tranquillità con cui fanno le cose, non esiste che entri in un bar prendi un caffè al volo e scappi via di corsa per fare qualcos’altro di corsa, lì no, non è così, lì ti metti seduto e dopo un po’ arriva la cameriera a prenderti l’ordinazione e dopo un po’ ancora arriva il caffè, ci vogliono minimo una ventina di minuti, sembra quasi che lo facciano apposta, invece è proprio la loro tranquillità interiore, nessuno va di corsa, nessuno ha fretta e soprattutto nessuno ha un gran che da fare. Quando cominci ad entrare nella loro mentalità, a fare tuo il loro modo di vivere, allora comincia la vacanza vera e propria, senti il corpo che si rilassa, la mente che si svuota, sembra quasi un sogno dal quale non ti vorresti svegliare, ma è l'ora di riprendere l'aereo... porcaccia
troia!



Questo video è stato girato in uno dei primi giorni quando non avevamo niente da fare e siamo andati in giro un pò per l'isola con le nostre jeep trovando posti dove non si vedeva anima viva nel raggio di chilometri.

Amsterdam


Sognavo da anni di andare ad Amsterdam e finalmente ho il biglietto in mano, non mi sembra vero e non sto più nella pelle tanto ci abbiamo messo per organizzare sto viaggio... Finalmente il gran giorno è arrivato, pronti tutti e tre in macchina destinazione aeroporto e già in questo ambiente dove tutti corrono e si sbrigano, valige che passano e famiglie che tornano, caos e caos tutto intorno, era suonato il primo campanello dall'allarme ma non me ne sono accorto tanto ero impaziente di salire su quel fottutissimo aereo. Cmq dopo aver passato bei 10 minuti a fare la fila davanti ad un check-in chiuso ci siamo resi conto che forse non era proprio quello ed andando a vedere sul tabellone ci siamo poi spostati verso quello giusto...
Finalmente si decolla, fortunatamente il viaggio non è lungo, il tempo di scambiare due parole e si sta già atterrando. Come ho sentito le ruote che toccavano terra ho pensato "sono nella terra della legalità". Solita routine dell'aeroporto, prendiamo il treno e ci dirigiamo verso la città con già una luce diversa negli occhi, con odori diversi nell'aria, con uno sguardo incuriosito verso un altro modo di vivere.
Abbiamo trovato l'albergo ed abbiamo posato subito le valige, nemmeno il tempo di darci una sciacquata e di corsa dentro un coffee shop...
Ahhhhhhhhhh che rilassamento, ci voleva proprio staccare quattro giorni dal solito lavoro e trovarti in un posto dove "lo puoi fare".
Torniamo a noi visto che la legalizzazione ad Amsterdam non è l'argomento di questo post, dicevo: ...fin qui tutto bene, il primo giorno è passato abbastanza tranquillo anche se tornati in albergo c'è stato subito un piccolo scambio di opinioni su che avrebbe dormito sul letto più grande, ma già dal secondo giorno siamo incappati in seri problemi di comunicazione soprattutto tra di noi. C'era chi ingiustamente si sentiva il terzo incomodo, c'era chi era incazzato da simili comportamenti e c'ero io che mi sono lasciato trascinare in questo vortice senza riuscire a reagire. Ammetto (ovviamente) la mia parte di colpa ma purtroppo non sono uno di quelli che trascina la gente anzi sono io che devo essere trascinato, lo so non piace neanche a me questo tipo di carattere solo che a volte basta una cosa sola a sgretolare tutti i miei sforzi per cercare di essere all'altezza delle situazioni.
Ma il viaggio è stato anche altro, abbiamo girato come bravi turisti facendo le nostre foto, ovviamente non poteva mancare la visita alla casa di Anna Frank e devo dire che mi ha colpito molto entrare così di botto in quella vita che doveva essere stata un inferno. Nella casa anche a distanza di anni si respira ancora quell'aria di terrore che dovevano aver vissuto a quel tempo, le scale impossibili da percorrere, stanze minuscole, sembrava veramente di essere tornati al tempo della guerra e sentire le SS fuori dalla porta. Non so se per tutti è stato così, magari qualcuno l'ha visitata solo per raccontarlo agli amici, ma per me è stato diverso, mi immaginavo questa ragazza che saliva queste scale tutti i giorni e tutti i giorni viveva con il terrore di morire... solo a pensarci mi dà i brividi.
Vabbè forse mi sono dilungato anche troppo su questo viaggio, ma ho raccontato solo le cose che più mi hanno colpito.
Ah dimenticavo una cosa che è successa l'ultimo giorno del nostro soggiorno, girando per le strade in attesa di andare all'aeroporto ci siamo imbattuti in un incendio scoppiato in un appartamento ed i vigili del fuoco intenti a spegnerlo.